Bari, il perché di una candidatura olimpica



"La discussione sulla candidatura di Bari per le Olimpiadi, di fatto, si sta aprendo. Non solo sui media, ma anche in quella rete di ambiti istituzionali che, a breve, non mancheranno di intervenire anche pubblicamente. Perché una candidatura olimpica non riguarda solo una città, ma punta a valorizzare l’intero ambito regionale riflettendo in termini di internazionalizzazione e marketing territoriale.
E’ chiaro che l’iniziativa prende le mosse dal successo dei Giochi del Mediterraneo (poi comunque seguiti in questi anni da tanti altri eventi internazionali in varie discipline), sia per la grande eredità lasciata all’impiantistica sportiva - tra nuovi impianti e recupero dei preesistenti, oggi tutti in piena funzione - sia per l’efficacia di un modello organizzativo poi unanimemente riconosciuto ai massimi vertici del mondo sportivo internazionale, anche alla prova del tempo, come esempio da imitare. Un parallelo potrebbe essere fatto con Barcellona e Atene che hanno ospitato anch’esse i Giochi del Mediterraneo nel ’59 e nel ’91 e poi i Giochi Olimpici nel ’92 e nel 2004. Nel ’97 Bari si è distinta per la sostenibilità del programma, che non ha lasciato cattedrali nel deserto come invece è avvenuto in quasi tutti gli eventi olimpici comprese le ultime edizioni di Atene, Torino e Pechino e come si è verificato in maniera catastrofica per i mondiali di calcio del ’90 e perfino in occasione nei mondiali di nuoto di Roma 2009 per la piscina di Tor Vergata. La nostra visione è invece incentrata su strutture temporanee tecnologicamente avanzate ed allestimenti mobili smantellabili facilmente dopo i Giochi. Evitando sperperi e soprattutto impatti negativi sull’ambiente e sull’economia del post giochi.
Ma la candidatura barese travalica il solo ambito sportivo o le ovvie ricadute in termini turistiche e di immagine, offrendo elementi di novità assoluta e forse irripetibili in altre realtà italiane, da Nord a Sud. La sensibilità sviluppata nel territorio pugliese negli ultimi anni in tema di tutela ambientale, di sviluppo delle energie alternative e di promozione integrata del territorio con i principi del marketing territoriale, di accoglienza e tutela dei diritti delle minoranze e di integrazione multietnica ci consente di ampliare e sostenere una candidatura basata sui principi del Cio, culla Carta dei diritti umani dell’Onu e sui principi fondamentali del protocollo di Kioto sulla sostenibilità.
Una candidatura va poi pensata in termini di sostenibilità, anche dal punto di vista ambientale ed economico, accessibilità, ricettività e mobilità. Aspetti che assumono elevati indici di criticità in città come Roma, Venezia, o Palermo.
La rete urbana territoriale pugliese offre caratteristiche di mobilità e accessibilità particolarmente favorevoli: due aeroporti internazionali con traffico passeggeri in forte crescita e con notevoli possibilità di espansione; un sistema di portualità integrato e la possibilità di utilizzo del mare per connettere i vari siti olimpici (una sorta di metrò del mare); un sistema ferroviario costiero in fase di potenziamento e ammodernamento; un sistema stradale ben ramificato e facilmente implementabile viste le caratteristiche geomorfologiche del territorio pugliese, pianeggiante e stabile; un’identità storica e paesaggistica di particolare pregio che consente una visione strategica unitaria dei processi di sviluppo.
E’  chiaro che un evento di questa portata, generando lavoro e opportunità  imprenditoriali che tra l’altro “restano” sul territorio, a Bari come – sottolineo – in qualunque altra città  candidata porterebbe in parallelo a implementare le reti infrastrutturali, a lapalissiano vantaggio di tutti. E a tutti, dunque, si apre l’invito: istituzioni, collettività, media. Uniamoci. Proviamoci. Ciascuno facendo la sua parte. A breve Bari presenterà ufficialmente la sua candidatura. Perché i presupposti ci sono tutti".  

Elio Sannicandro
Assessore allo Sport del Comune di Bari
Presidente Coni Puglia