BASKET / Scudetto al Cras Taranto


Il Cras Taranto conquista il terzo scudetto della sua storia in otto anni. Un’impresa meritata “perché – come ricorda l’allenatore Roberto Ricchini – abbiamo dominato in Italia quasi per una stagione intera”. L’allenatore si specchia nei numeri della sua squadra: 29 successi su 32 in campionato, tra regular season e playoff, con un dominio quasi “immacolato” pari a 8 successi e 2 ko, imposto ad Umbertide nei quarti (2-0), a Venezia in semifinale (3-0) ed a Schio in finale (3-2).
A Schio va l’onore delle armi, a Taranto una vittoria sudata e meritata, che fa andare in tilt i 3500 tifosi del PalaMazzola ed una città che, anche attraverso il basket femminile gestito dagli imprenditori Angelo Basile e Mino D’Antona, vede la luce del suo riscatto.

LA PARTITA - Il nervosismo si taglia a fette. Taranto sbaglia inizialmente nel tiro a canestro. E’ l’ex Sauret-Gillespie che spezza l’equilibrio dopo 2’. Risponde Mahoney: 2 pari. Brunson firma il primo vantaggio rossoblù (5-4) che desta Taranto: +3 al 3’. E’ partita nevrotica, ma affascinante. C’era da aspettarselo con lo scudetto in ballo. Al 6’ si è sull’8-8. Wambe si sblocca e porta le joniche sul +3 da lontano. La belga ferisce le ospiti in penetrazione. Il suo +5 (dopo l’atipico doppio fallo assegnato a Masciadri e David) al 7’ spinge Orlando a chiamare il primo timeout della partita. Alla ripresa dei giochi Taranto mantiene le redini del match. Godin, alla Godin, realizza il +8 dell’8’. Sulla sua scia Mahoney: 19-9 dalla lunetta al 9’. Moro prova a svegliare Schio dall’arco maggiore: 19-12. Stesso score di fine primo atto. Schio vitale all’inizio del secondo periodo: -5 all’11’. Montagnino riporta le venete sulla terra. La tripla riporta le pugliesi sul +8. Schio, invece, sbatte sul muro difensivo di Taranto, che ritrova nel pacchetto arretrato l’arma di una stagione intera. Le “torri” Antibe e Ngoyisa provano a spezare l’incantesimo e Schio fa -4 al 14’. Ma non c’è pace per le “arancione”, perché al 15’ Masciadri si macchia col terzo fallo e si accomoda in panca. Mahoney riscalda le polveri di Taranto: +6 al 16’. Wambe riscopre il gusto della lunetta e fa +8. Ma non solo, la giocatrice di Tournai infila in cesto dalla distanza ed il Cras prende aria: +11. Seguito dalla piroette spettacolari di Brunson: +13 al 18’. Taranto difende da favola (a zona ed in pressing da metà campo) e Schio trema. Al 19’ Brunson fa un numero da Nba e costruisce il +15. E’ poi di +16 il vantaggio di fine primo tempo, solcato dalla tripla di Montagnino sulla sirena. +18 di Taranto alla ripresa del match: Mahoney dalla lunetta firma il +18. Ancora l’americana in sospensione: +20 al 22’. Qui Brunson si procura il terzo fallo, al suo posto entra Godin. Mentre Masciadri resuscita dal torpore. La sua è un tripla per una squadra impaurita: 42-25 al 23’. Ma bisogna fare i conti con la freddezza del Cras, che tiene le ospiti a distanza: +19 al 24’. Schio prova a tuffarsi sul treno del match. Taranto rifiata e si sporca coi falli. Antibe, Moro, Tillis e Sauret suonano la rimonta. Taranto in tilt e momento delicato del match: Masciadri e Brunson si macchiano col quarto fallo. Sauret è una iena e spinge Schio al -6 del 28’ (break scledense di 18-4 in 6’). Si sblocca Tarnto con Godin: +8. Ma la sfida è una battaglia. Anche Mahoney entra nel “circolo” del quarto fallo, con Brunson, Antibe, Ngoyisa e Masciadri. Sfida in bilico: 48-41 per Taranto al 29’. Si rianima la squadra di Ricchini, che ha bisogno di ritrovare forza mentale: +9 al 30’. La partita riserva ancora sorprese. L’ex Moro non ci sta e da lontano riporta Schio sul -7 del 32’. Fa rifiatare Taranto Montagnino: +10 con la classica delle sue “bombe”: +10 al 33’. Non è finita. Ci mancherebbe. Difatti Sauret risporta Schio sul -6 al 35’. E’ il tutto per tutto per la squadra di Orlando. Mahoney scaccia la paura da lontano: Taranto è a +9. Mancano 2’. Brunson vola in area, frana su Ngoyisa e pecca con uno sfondo. L’arbitro le attribuisce il quinto fallo e l’americana esce anzitempo dal match. Ma in campo il Cras resiste. Ha nervi freddi. Il pubblico lo sostiene per la terza meraviglia della sua storia. E’ scudetto.

RICCHINI: UN GRUPPO STUPENDO - “Ha vinto la squadra operaia, la più talentuosa e probabilmente più unita. Sì, perché il basket è uno sport di squadra, che io concepisco d’assieme. Dentro e fuori dal parquet. Ringrazio questo gruppo stupendo e Taranto, città che sinora mi ha dato forti emozioni e dove ho conquistato i primi due scudetti della mia carriera. Ed aggiungo di essere orgoglioso del lavoro prodotto assieme al mio staff tecnico”. Roberto Ricchini getta al vento l’abito consueto di diplomatico-saggio e apre il cuore all’ambiente crassino. Questo scudetto, per buona parte, è suo. Lo riconosce davanti ai giornalisti, mentre sul parquet si festeggia: “A chi dedico il tricolore? A tutti ed anche a me stesso. Penso di essermelo meritato”. Ricchini è stato un tecnico silenzioso, pacato, ma così stimolante verso la squadra ed i suoi colleghi. Nella sua valigia virtù che lo fanno dipingere giustamente come uno stratega di uno sport spettacolare. La città dei due mari ne è contagiata. “Il futuro della mia panchina? Parliamone nei prossimi giorni. Quando la palla si sarà raffreddata. Ora fatemi godere di questa impresa. Sono felice”. L’allenatore di Alessandria ha scoperto il godimento del successo al sud. Dopo la Europe Cup vinta con Napoli nel 2005, ecco il secondo tricolore consecutivo col Cras. “Merito di tutti. Di un ambiente incredibile, che fa bene al basket femminile”. Riconoscente e vincente Robi Ricchini. Chapeau davanti ad un “signore” della palla a spicchi.

BASILE: UNA GIOIA IMMENSA - “E’ stato il successo dell’unione, di una famiglia chiamata Cras”. Angelo Basile, imprenditore del settore petrolifero, conquista per il secondo anno l’Italia del basket femminile con la sua squadra. Al fianco l’inseparabile vicepresidente Mino D’Antona. Prima amico, dopo comproprietario della società. Queste le impressioni di chi, nel 2003, aveva imboccato con un “miracolo” a Como la discesa vincente: “Ha vinto il marchio di Taranto. Una realtà che ha voglia di riscattarsi. E’ vero, c’è una grande crisi nel nostro territorio, ma la conferma del nostro sodalizio dimostra come sia strategico progettare con lungimiranza. La speranza è che ora istituzioni e grande industria convergano sulle nostre idee, intuendo l’importanza mediatica di una squadra non solo italiana, ma anche europea”. Che la festa cominci. La festa del secondo tricolore, che Basile si stringe al cuore, osannato da tifosi, squadra e familiari. “E’ un decennio di sacrifici. Questo successo rappresenta un premio al grande lavoro fatto. Un successo che viene da lontano. Dalla prima gestione degli anni sessanta a quella del sottoscritto e del suo staff. Godiamoci questo grande risultato. Per il futuro c’è tempo. Dico solo che il Cras continuerà”.

MAHONEY MVP DELLE FINALI - Megan Mahoney, l’ala del South Dakota, è stata eletta la miglior giocatrice delle finali-scudetto. Un premio alla costanza dell’ala americana, che ha tenuto una media-punti nella serie con la Famila Schio pari a 9,2 punti. Ma soprattutto, come giocatrice che è stata decisiva ai fini della conquista dello scudetto dopo il 2-2. Ottimi i suoi numeri del match tricolore: 21 punti, con 4/5 nel tiro dal campo, 12/12 dalla lunetta, 4 palle recuperate e 32 di valutazione. Ma oltre Mahoney c’è un gruppo intero che ha lasciato il segno sotto lo scudetto. A partire da quella Rebekkah Brunson che, prima di lasciare Taranto, per andare a Valencia, ha “condizionato” le finali con una media pari a 15,4 punti e 7 rimbalzi a partita.

Da: http://www.basketpuglia.it/