\"Il Coni allo Stadio della Vittoria? Da sempre tutto in regola\"
Su EPolis Bari di lunedì 6 aprile 2009 il candidato sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia, nel lanciare una serie di critiche alla gestione dello sport cittadino, ha messo in dubbio la legittimità della presenza di Coni e Federazioni allo Stadio della Vittoria di Bari.
Di seguito la replica di Elio Sannicandro, presidente Coni Puglia e assessore allo Sport al Comune di Bari, ampiamente ripresa su Epolis Bari dell'8 aprile:
LO STADIO DELLA VITTORIA E’ UTILIZZATO SECONDO LE DESTINAZIONI SPORTIVE PREVISTE NEL PROGETTO APPROVATO DALLA CONFERENZA DI SERVIZI MINISTERIALE NEL 1995
E’ evidente che, con l’intervento su Epolis del 6 aprile scorso, Di Cagno Abbrescia ha gettato la maschera dichiarando la sua volontà di impedire l’utilizzo dello stadio della Vittoria per utilizzi sportivi al contrario di quanto invece il Comune di Bari si era impegnato a fare, con l’approvazione del progetto di ristrutturazione dello stadio in occasione dei Giochi del Mediterraneo del 1997. Infatti il Comune di Bari, nel 1995, grazie al determinante intervento del CONI, ottenne 15 miliardi di lire in base al progetto di recupero dello stadio che prevedeva il suo utilizzo per finalità sportive e specificatamente prevedeva il trasferimento nello stadio della sede del CONI locale, delle Federazioni sportive e dell’Istituto di Medicina dello Sport.
Quindi, l’ex sindaco Di Cagno Abbrescia, utilizzati quei finanziamenti e completati i lavori di restauro nel 1997, ha disatteso gli impegni presi e, contro ogni principio di lealtà e correttezza istituzionale, ha lasciato che lo stadio della Vittoria fosse abbandonato al degrado per oltre 7 anni fino al 2004. Anno in cui il nuovo Sindaco Emiliano, ripercorsa tutta la vicenda, ha posto rimedio alla grave mancanza, approvando un atto amministrativo con cui concedeva al CONI gli spazi previsti progettualmente per la fruibilità sportiva. Ridicola l’accusa di “abusivismo” per le destinazioni d’uso sportive nello stadio della Vittoria; tali affermazioni denotano una totale ignoranza in materia visto che, al contrario, la destinazione sportiva in uno stadio non può che essere la finalità principale.
Stessa disattenzione e indifferenza l’Amministrazione Di Cagno Abbrescia (dal 95 al 2004) ha posto nei confronti dello Sport rendendosi responsabile del degrado ed abbandono di tutti gli impianti sportivi realizzati in occasione dei Giochi del Mediterraneo del 1997. L’incapacità gestionale e la totale incompetenza di quell’Amministrazione in ambito sportivo ha fatto sì che nel 2004 il patrimonio impiantistico del Comune di Bari era ridotto in condizioni precarie e quasi totalmente inutilizzabile, compreso lo stadio della Vittoria ed il Palaflorio chiuso per inagibilità. Infatti, nel luglio 2004, il Sindaco Emiliano mi ha chiamato nella sua Giunta, in qualità di tecnico esperto in impiantistica sportiva, proprio per consentire il recupero di quegli impianti e ridare allo Sport la dignità ed il ruolo culturale e sociale che gli compete. E questo incarico ho svolto con impegno consentendo la riapertura e la ristrutturazione di tutti gli impianti sportivi comunali (compreso il Palaflorio che sarà completato ad agosto) e realizzandone di nuovi; dando così notevole impulso alle società sportive cittadine e promuovendo particolarmente lo sport nelle scuole.
Per quanto riguarda l’accusa di conflitto di interesse per la mia qualità di Presidente regionale del CONI ritengo superfluo ogni commento su chi non riesce a distinguere un interesse pubblico, espresso da un organismo pubblico come il CONI (ente delegato dallo Stato all’organizzazione dello Sport nazionale) e una carica di sola rappresentanza istituzionale svolta dal presidente regionale (privo quindi di funzioni di controllo o di supervisione rispetto agli enti locali). Risulta poi paradossale che un’accusa del genere provenga proprio da Di Cagno Abbrescia che invece manifesta un evidente conflitto di interesse privato in considerazione delle numerosissime proprietà immobiliari ed attività imprenditoriali che hanno fortemente e notoriamente condizionato la sua attività amministrativa.
Elio Sannicandro