TAEKWONDO / Olimpiadi, strepitoso Molfetta: oro nei +80 kg
Lo sport pugliese alla ribalta olimpica. Stavolta grazie al taekwondo: il 28enne mesagnese Carlo Molfetta sconfigge nella finale +80 kg, dopo una grande rimonta, Anthony Obame, del Gabon. La vittoria a Molfetta, visto il punteggio di parità al termine del quarto round supplementare, è stata assegnata per decisione dei giudici. In semifinale l’azzurro aveva sconfitto il maliano Daba Modibo Keita 6-4.
“È meraviglioso: quest'oro l'ho fortissimamente voluto, ora lo dedico a me stesso e alla mia fidanzata Serena, che è rimasta a Roma”, ha dichiarato a caldo Carlo, dopo aver esultato a braccia distese ad arciere come Usain Bolt. “Alle volte - ha detto a Sky - certe cose succedono: io sapevo che questa era la giornata giusta e anche quando sono andato sotto non ho perso il coraggio perché tutto mi veniva facile”.
È una vittoria olimpica storica - la prima di quest'arte marziale, l'oro azzurro numero otto ai Giochi di Londra, il 199/o dell'Italia di ogni tempo - e arriva da un atleta che doveva essere il fenomeno del tatami già 8 anni fa. Errori di gioventù - forse anche dei giudici - e infortuni hanno rimandato l'appuntamento fino a ieri sera.
L'ultimo combattimento di Molfetta - aumentato di peso per gareggiare a Londra nei + 80 kg - era cominciato in salita. In rimonta continua, Molfetta ha assestato il calcio vincente a 15'' dalla fine, per il 9-9 finale che gli ha consentito di giocarsela tutta al golden point: altri 2' di combattimento, nessun punto, e il verdetto finale dei giudici e Molfetta che si inginocchia.
I Giochi olimpici erano finora l'unico appuntamento fallito da Molfetta (detto “il Lupo”), che per gli ultimi 10 anni ha vissuto recluso al centro tecnico del Coni Giulio Onesti, appena qualche ora di libera uscita serale con la fidanzata Serena, la divisa da Carabiniere nel gruppo sportivo.
Grazie a tecnica e testa, si è preso una rivincita di Atene 2004 (ko contestato al primo match con un iraniano) e di Pechino 2008 (quattro operazioni al ginocchio e addio Giochi). Qui a Londra ha cominciato con un tagiko, Alishev Gulov (solo 6 centimetri in più) e lo ha regolato con 5 punti nell'ultimo round fino al 7-3 finale; ha proseguito con il gigante cinese Liu Xiabao (quasi 20 cm in più) annullando il vantaggio delle gambe lunghe solo al 'golden point' del supplementare. Poi il maliano Modibo Keita, ancora più grosso e altro (2.03), difendendo nell'ultimo round il vantaggio dei primi due fino al punto finale contestato.