
Dopo il Roland Garros, Sara Errani e Roberta Vinci trionfano anche all'Open degli Stati Uniti battendo in finale le ceche Andrea Hlavackova e Lucie Hradeca per 6-4 6-2 in un'ora a 16 minuti. Il trionfo azzurro non è mai stato messo in discussione, nonostante due vantaggi iniziali andati in fumo: da 2-0 a 2-2 e poi da 4-2 a 4-4. Le avversarie hanno servito decisamente male (58% di prime) e anche a rete gli errori della Hradecka hanno pesato come macigni. Nel secondo set, ancora avanti da subito di un break, poi l'allungo decisivo verso la storica vittoria sancita da 22 vincenti, appena 15 errori, 5 palle break sfruttate sulle 7 complessive e una percentuale di prime vicina all'80%.
ANNO PAZZESCO — 'Penso di aver servito bene - dice la tarantina Roberta Vinci (a dx nella foto) in conferenza stampa - mentre Sara ha giocato benissimo dal fondo. All'inizio ho fatto un po' fatica perché la Hradecka tira molto forte, mi tirava al corpo e non puoi fare più di tanto. Però poi siamo riuscite a prenderle le misure e non ci hanno sorpreso più di tanto. Diciamo che hanno fatto le cose standard, noi invece siamo state più imprevedibili. Era molto nervosa quando ho servito per chiudere il primo set, avevo paura di perdere la battuta. Anche alla fine, quando siamo state 0-30, ho servito tutta la responsabilità di un match che non volevamo assolutamente perdere'. 'E' stato un anno meraviglioso - conclude Sara Errani - perché non pensavamo mai di raggiungere quello che abbiamo fatto. Sapevamo di essere una coppia da prime 10 del mondo, forse anche prime 5, ma di vincere tutti questi tornei, compresi due slam, questo mai'. Eppure i precedenti facevano paura, perché dopo le vittorie nelle semifinali di Acapulco 2010 e in quelle più prestigiose dell'Open d'Australia di quest'anno, le nostre beccavano tre sconfitte consecutive dalla ceche che s'imponevano nei quarti a Indian Wells, a Wimbledon e poche settimane fa a Cincinnati.
OTTO SIGILLI — Per le azzurre è l'ottavo successo stagionale dopo Monterrey, Acapulco, Barcellona, Madrid, Roma, Parigi, 's-Hertobenbosch, il secondo titolo dello slam dopo quello del Roland Garros, il 13esimo titolo Wta come coppia. Sono la seconda e terza giocatrice italiana ad alzare un trofeo a Flushing Meadows dopo Raffaella Reggi che nel 1986 vinse il titolo nel misto in coppia con lo spagnolo Sergio Casal. Il successo frutta alla coppia numero 1 del mondo 420.000 dollari che vanno ad aggiungersi ai 475 mila vinti da Sara e i 237.500 conquistati da Roberta in singolare.
Da:www.gazzetta.it

“Il Gargano è il più bel posto in Italia per praticare orienteering. Ed uno dei campi di gara più selvaggi e fascinosi d'Europa”. Arrivano all'unisono i complimenti, dai migliori atleti azzurri e del continente: a riferirli compiaciuto Luigi Laricchia, coordinatore della Settimana del Sole, la cinque giorni di orienteering svoltasi fra Foresta Umbra ed i più suggestivi centri storici del Gargano (da Vico del Gargano a Monte Sant'Angelo, passando per Vieste e Carpino). In tanti, fra gli oltre 500 partecipanti provenienti da ogni angolo d'Italia e da dieci nazioni (più 50 studenti delle scuole primarie di Gravina, Monopoli, Valenzano e Putigliano, nel Barese), gli hanno chiesto di replicare l'iniziativa, al termine di ogni estate, consolidando ulteriomente il legame fra lo sperone d'Italia e la corsa orientamento: “Stiamo studiando una formula più agile, per il futuro – conferma Laricchia – Cinque giorni di gara, con sei prove complessive, sono molto dispendiosi. Anche se alla fine rimangono i ringraziamenti di chi avrebbe continuato volentieri a gareggiare in questa zona, così bella ed incontaminata”.
Uno di questi è senza dubbio il cannibale della manifestazione, Alessio Tenani, che si è guadagnato l'appellativo di “Terminator” dopo essersi aggiudicato sei prove su sei: “Sono stati cinque giorni di gare molto intensi, con sei prove della Settimana del Sole più la staffetta dei Campionati Italiani – è il commento del diretto interessato, primo in classifica generale con Lucia Curzio - Ho corso in modo molto regolare tutte le prove e sono molto soddisfatto delle performance espresse: gareggiare nei centri storici del Gargano è stato molto suggestivo. Un mix perfetto di tecnica orientistica e impegno fisico: ci siamo imbattuti in in veri e propri “labirinti”, con notevoli dislivelli”.
Insomma, una promozione a pieni voti per la manifestazione organizzata dall'Orienteering Puglia Academy in collaborazione con l'assessorato allo Sport della Provincia di Foggia e la Federazione Italiana Sport Orientamento, e con il supporto dei Comuni di Vico del Gargano, Monte Sant'Angelo, Carpino, Vieste, Ischitella, nonché di Coni Foggia, Distaccamento Aeronautico “Jacotenente”, Corso di Laurea delle Attività Motorie e Sportive dell'Università di Bari, Ufficio Scolastico Regionale per l’Educazione Fisica, Protezione Civile di Foggia e Corpo Forestale dello Stato-Ufficio Territoriale per la Bio-Diversità.
Per rivivere le emozioni della Settimana del Sole e dei Campionati Italiani, approdati per la prima volta in Puglia, basterà attendere qualche giorno. Grazie all'operosità dell'ufficio Marketing e Comunicazione della Fiso, è stata assicurata anche quest'anno la copertura della Rai: un servizio di 45' andrà in onda mercoledì 12 settembre alle ore 18,15 su Rai Sport1 ed in replica giovedì 13 settembre, su Rai Sport 2, alle ore 23,05.
In foto: Premiazione Tenani Puglia

Titolo italiano nella classe 1C per Fabrizio Lisco, team manager di Luduan Reloaded, nel gruppo A, e terzo posto in classifica generale per Morgan IV di Nicola De Gemmis, nel gruppo B: atleti Barion Bari sugli scudi, ai campionati Assoluti ORCi 2012 di vela d'altura appena conclusi a Riva di Traiano, nel Lazio.
Il circolo del presidente Nicola Muciaccia può così festeggiare per gli ottimi risultati ottenuti dai propri tesserati nelle rispettive graduatorie: nel gruppo A, titolo italiano per il secondo anno consecutivo, nella categoria armatore/timoniere, per Exprivia Luduan Reloaded, che annovera anche Fabrizio Lisco, reduce con Daniele De Tullio della vittoria ai Mondiali di Helsinki. Notevole anche il piazzamento conseguito, nel gruppo B, da Morgan IV dell'armatore Nicola De Gemmis, subito sul podio dopo il varo di aprile, dietro a Scugnizza e Low Noise.
La rassegna tirrenica ha dunque confermato Lisco ed i suoi compagni come uno degli equipaggi di punta del panorama italiano, anche sulla scorta del terzo posto conseguito in classifica generale: “Quest’anno abbiamo centrato tutti gli obiettivi prefissati – commenta il team manager di Luduan Reloaded – La vittoria del titolo italiano segue quella di luglio al Campionato Europeo di Punta Ala: due successi che ci ripagano del lavoro fatto non solo sulla barca ma anche sul team, tutto barese. Giovanni Sylos Labini ha dimostrato di essere un ottimo timoniere, mentre la tattica di De Tullio è stata sempre precisa ed efficace”.
Soddisfatto anche Nicola De Gemmis, armatore di Morgan IV ed ideatore di un ambizioso progetto avviato con Medicom e la veleria Montefusco, che può contare, fra gli altri, anche su un altro tesserato Barion, Andrea Quartulli: “Dobbiamo essere contenti per l'ottimo piazzamento: un terzo posto nella prestigiosa classe Regata, oltre che in classifica generale, sono la conferma che il lavoro compiuto ha portato i suoi frutti – spiega De Gemmis – Ciò nonostante un pizzico di amaro rimane, perché non avevamo mai provato la barca con quelle condizioni di vento e mare. Eravamo anzi convinti che avremmo trovato situazioni meteo molto più miti: visti i risultati dell'Europeo ed il lavoro estivo speravamo in un risultato addirittura migliore. Ora abbiamo davanti tutto il tempo necessario per giungere ben preparati alla prossima stagione che ci vedrà impegnati in Adriatico: il Mondiale di Ancona ci aspetta”. Il campionato è stato caratterizzato da condizioni meteo molto variabili, da venti leggerissimi a giornate con allerta meteo e venti superiori ai 30 nodi. Le imbarcazioni in regata hanno disputato un totale di 8 prove, che sono state molto combattute per l’alto livello degli equipaggi in gara: “Un motivo in più per essere orgogliosi dei risultati raggiunti dai nostri tesserati – osserva Fabio Di Cosmo, direttore sportivo del Barion – Hanno dimostrato il loro valore una volta di più, anche nel corso di un campionato fattosi improvvisamente più difficile per le complicate condizioni di gara. Ma i nostri sono stati bravi a “leggerle” rapidamente e a sapersi adattare, portando a casa un titolo italiano ed un podio meritatissimo. Un'altra rassegna di grande prestigio per il Circolo Canottieri Barion”.

Campioni del mondo. Stavolta lo possono gridare forte, Daniele De Tullio e Fabrizio Lisco, dopo aver conquistato, a bordo di NM 38 Scugnizza, il primo posto ai Campionati Mondiali di vela d'altura conclusosi ieri ad Helsinki, in Finlandia: l'imbarcazione dell'armatore Vincenzo De Blasio si è infatti imposta nella classe B, con il contributo decisivo dei due baresi. Una soddisfazione immensa non solo per i due velisti ma anche per i rispettivi sodalizi di appartenza, il Circolo Canottieri Barion per Lisco ed il Circolo Vela Bari per De Tullio, che gioiscono assieme ai loro tesserati per l'ennesimo riconoscimento ottenuto.
Ottanta le barche ai nastri di partenza, con iniziale suddivisione in due flotte e successivo accorpamento, nel terzo giorno di regate, delle prime venti di ogni gruppo, per scremare le partecipanti in Gold e Silverfleet: “E' stato un campionato davvero molto combattuto, per il livello delle avversarie e per le difficili condizioni di disputa delle due regate offshore, non proprio quelle tipiche del Mediterraneo – ricorda Lisco – Eravamo però partiti per la Finlandia con la convinzione di ottenere il titolo e ci siamo riusciti: sino a metà dell'ultima prova i nostri diretti avversari godevano di oltre 5 minuti di vantaggio ma grazie ad un migliore sfruttamento delle rotazioni del vento abbiamo ridotto il divario a trenta secondi, per poi tagliare l'arrivo con un distacco di 3 minuti. Un'esperienza meravigliosa: nonostante momenti di alta tensione, la squadra non ha mai perso di vista l'obiettivo comune, la vittoria per cui ci eravamo a lungo preparati”.
Anche le altre due imbarcazioni italiane iscritte al Mondiale sono andate benissimo: in classe A Enfant Terrible il Farr40 di Alberto Rossi è arrivata prima, mentre Airis il GP42 di Cesare Bressan si è piazzata terza.
“Dedico questa vittoria a tutti coloro mi hanno aiutato e supportato nella mia carriera, alla mia famiglia, agli armatori che ci hanno dato fiducia e a tutti quelli che iniziano a crederci solo ora – gongola Lisco – Questa ulteriore conferma, dopo i risultati già raggiunti con il Team Luduan, è la dimostrazione che stiamo lavorando nella giusta direzione, per far sì che anche Bari possa diventare una capitale della disciplina”. Il capoluogo pugliese, intanto, porta bene: da qui, precisamente dal loft North Sails di Bari-Napoli, sono arrivate le vele della vittoria montate da Scugnizza.
Fra i sostenitori della prima ora, è senz'altro da annoverare il Circolo Canottieri Barion, pienamente consapevole delle capacità del suo velista di punta: “Credevamo fortemente in Fabrizio e nella sua voglia di centrare un traguardo così importante per lui e per il circolo– spiega il direttore sportivo del circolo, Fabio Di Cosmo – Sapevamo che i conti si sarebbero fatti alla fine e che avrebbero premiato la bravura sua e dei suoi compagni. E così è stato”.
Neppure il tempo di godersi la vittoria del Mondiale che per il duo Lisco-De Tullio si prospetta un altro week-end di alto agonismo: al termine della prossima settimana, nelle acque di Riva di Traiano di Roma, toccherà loro difendere il tricolore appuntato a bordo di Exprivia Luduan Reloaded, l'ambizioso progetto pigliatutto avviato con l'armatore Giovanni Sylos Labini ed una squadra tutta barese.

Lo sport pugliese alla ribalta olimpica. Stavolta grazie al taekwondo: il 28enne mesagnese Carlo Molfetta sconfigge nella finale +80 kg, dopo una grande rimonta, Anthony Obame, del Gabon. La vittoria a Molfetta, visto il punteggio di parità al termine del quarto round supplementare, è stata assegnata per decisione dei giudici. In semifinale l’azzurro aveva sconfitto il maliano Daba Modibo Keita 6-4.
“È meraviglioso: quest'oro l'ho fortissimamente voluto, ora lo dedico a me stesso e alla mia fidanzata Serena, che è rimasta a Roma”, ha dichiarato a caldo Carlo, dopo aver esultato a braccia distese ad arciere come Usain Bolt. “Alle volte - ha detto a Sky - certe cose succedono: io sapevo che questa era la giornata giusta e anche quando sono andato sotto non ho perso il coraggio perché tutto mi veniva facile”.
È una vittoria olimpica storica - la prima di quest'arte marziale, l'oro azzurro numero otto ai Giochi di Londra, il 199/o dell'Italia di ogni tempo - e arriva da un atleta che doveva essere il fenomeno del tatami già 8 anni fa. Errori di gioventù - forse anche dei giudici - e infortuni hanno rimandato l'appuntamento fino a ieri sera.
L'ultimo combattimento di Molfetta - aumentato di peso per gareggiare a Londra nei + 80 kg - era cominciato in salita. In rimonta continua, Molfetta ha assestato il calcio vincente a 15'' dalla fine, per il 9-9 finale che gli ha consentito di giocarsela tutta al golden point: altri 2' di combattimento, nessun punto, e il verdetto finale dei giudici e Molfetta che si inginocchia.
I Giochi olimpici erano finora l'unico appuntamento fallito da Molfetta (detto “il Lupo”), che per gli ultimi 10 anni ha vissuto recluso al centro tecnico del Coni Giulio Onesti, appena qualche ora di libera uscita serale con la fidanzata Serena, la divisa da Carabiniere nel gruppo sportivo.
Grazie a tecnica e testa, si è preso una rivincita di Atene 2004 (ko contestato al primo match con un iraniano) e di Pechino 2008 (quattro operazioni al ginocchio e addio Giochi). Qui a Londra ha cominciato con un tagiko, Alishev Gulov (solo 6 centimetri in più) e lo ha regolato con 5 punti nell'ultimo round fino al 7-3 finale; ha proseguito con il gigante cinese Liu Xiabao (quasi 20 cm in più) annullando il vantaggio delle gambe lunghe solo al 'golden point' del supplementare. Poi il maliano Modibo Keita, ancora più grosso e altro (2.03), difendendo nell'ultimo round il vantaggio dei primi due fino al punto finale contestato.