
Storica impresa della brindisina: a 32 anni batte 6-2 6-1 la polacca Radwanska, numero 3 del mondo. E' il 10° titolo: da lunedì è n. 12 Wta, vicina al suo best ranking
Grandissima Flavia Pennetta. Da prima italiana Top 10 nella storia del tennis azzurro, a prima italiana che conquista Indian Wells, Premier Mandatory appena un gradino sotto gli Slam con montepremi di tutto rispetto: un milione di dollari alla vincitrice. La "million dollar baby" quest'anno parla italiano e fa sua la finale contro la polacca Agnieszka Radwanska, testa di serie numero 3 della classifica mondiale: 6-2 6-1 il punteggio da incorniciare, per un successo che alla brindisina mancava addirittura dal 2010 a Marbella. Ora a 32 anni arriva il titolo più bello della carriera.
La partita è in pochi numeri: due palle break concesse da Flavia contro le 11 della polacca, un paio subito nel primo game quando il match sembrava equilibrato, o forse solo in fase di studio. Pennetta scappa nel quinto gioco e da lì sono quattro parziali consecutivi senza rischiare mai, un po' con l'aiuto del vento, molto di più per bravura, variazioni di gioco, solidità da fondo campo. Dopo 37 minuti la Radwanska è già alle corde, chiede l'intervento del fisioterapista per il ginocchio sinistro, ma quando rientra in campo le cose non vanno meglio. Anzi, è finita: dopo aver tenuto il servizio, la polacca incassa sei game consecutivi nel secondo set. Sipario, lacrime.
E' una favola, questo trionfo. Pennetta e gli Stati Uniti, due giganti che da sempre vanno d'accordo, a partire dalla semifinale e quarti (tre volte) agli Us Open, un'altra semifinale a Cincinnati e il successo a Los Angeles 2009, grazie al quale conquistò la Top 10 del tennis mondiale, prima italiana di sempre. Poi è arrivata Francesca Schiavone, poi ancora Sara Errani, col risultato che da lunedì saranno tre le azzurre tra le prime 15 al mondo: Errani al numero 10, Pennetta al 12 - lei che un anno fa pensava al ritiro -, Vinci al 14. Un primato da sottolineare.
"Non so cosa dire, sono molto contenta, spero che l'infortunio di Agnieszka non sia così grave" prova a raccontare una Pennetta visibilmente emozionata a fine match. "Oggi è il mio giorno, il mio momento, questo è uno dei migliori tornei e ringrazio il pubblico per avermi sostenuto. E poi un grazie al mio staff, a Fabio Fognini e a tutti quelli che mi hanno sostenuto".

Ai campionati italiani seniores tre ori e quattro record nazionali per l’atleta di Copertino
È tornata dai campionati Italiani Seniores di pesistica con tre medaglie d’oro appese al collo e 4 nuovi record nazionali. Maria Grazia Alemanno, tesserata per l’Asd “Body’s training” di Copertino dello zio-allenatore Franco Alemanno, durante lo scorso week end si è confermata regina indiscussa della pesistica, scrivendo una pagina importantissima nella storia di questa disciplina.
Scesa in pedana nella categoria 69kg, l’atleta salentina (in foto sul podio) è riuscita a sollevare 90 kg nell’esercizio dello strappo e 112 kg in quello dello slancio, piazzandosi prima in entrambe le specialità, e di conseguenza anche nel totale olimpico. Ma non è tutto: nell’esercizio dello slancio, dopo aver realizzato la prima alzata a 105 kg, ha portato la seconda fino a 110 kg, migliorando così il precedente record italiano (108 kg) che lei stessa deteneva da circa un anno. Non contenta, ha continuato a forzare, frantumando il record appena stabilito e portandolo a 112 kg, fissando così prima a 200 kg e subito dopo a 202 kg il record del totale olimpico.
“Maria Grazia sta scrivendo la storia della pesistica – ha dichiarato il tecnico Franco Alemanno - regalando a tutto il movimento emozioni uniche. Dire che da lei ce l’aspettavamo non sminuisce il prestigioso risultato che ha ottenuto, anzi: ne sottolinea ancora di più l’eccezionalità. Chi era presente alla gara può ritenersi fortunato, perché ha assistito ad un evento incredibile: prima che lei lo stabilisse e lo migliorasse nel giro di un anno, il record di strappo e slancio era rimasto fermo a 90 e 107 chili per ben 15 anni. Che altro aggiungere?”.
Niente, se non che Maria Grazia non è stata l’unica atleta della società salentina a salire sul podio. Nella cat. 77kg maschile, infatti, anche il suo compagno di squadra Andrea Sederino ha conquistato due medaglie: 4° nelle qualifiche, in gara Sederino si è piazzato quarto nello strappo (con 115 kg sollevati) e terzo nello slancio (150 kg) e nel totale, portando così a casa due bronzi. In realtà l’atleta è arrivato a pari merito con un altro pesista che, da regolamento, si è aggiudicato l’argento solo perché pesava 20 grammi meno di lui.
Infine, 5° posto per la terza atleta della “Body’s training” in gara, vale a dire Noemi Greco, che nella cat. 75kg ha sollevato 53 kg nello strappo e 70 kg nello slancio.
“Andrea vive l’avvicinamento alla gara con troppa ansia, e tende ad arrivarci svuotato - ha raccontato Franco Alemanno - mentre Noemi è un po’ troppo emotiva. Ma stanno crescendo, come dimostrano le prestazioni di sabato e domenica, e sono sicuro che anche loro ci daranno grandi soddisfazioni”.
A Lido di Ostia c’era anche Danilo Linciano della “Pesistica Aradeo”, che nella cat. 56kg si è piazzato 7° (60 kg di strappo e 78 kg di slancio).

Col calore dello Stadio del Nuoto l’Italia batte il Montenegro 10-9, ma la qualificazione alla superfinale della World League è appesa a un filo
Occorreva un'impresa: vincere di tre gol per tenere viva la qualificazione alla superfinale della World League, in programma a Dubai dal 16 al 21 giugno. L'Italia vice campione olimpica ci ha provato, spinta dal caloroso pubblico di Bari (che dopo le due ultime sconfitte ha visto finalmente vincere gli azzurri), dall'orgoglio e da un'altissima qualità di gioco nelle prime fasi dell'incontro. Ma il Settebello, pur vincendo 10-9 contro i fortissimi montenegrini, a meno di clamorosi passi fassi del Montenegro contro la Germania nell'ultima partita del girone preliminare, potrebbe veder sfumare il sogno.
I vice campioni del mondo e d'Europa - pur senza Zlokovic e Nikola Janovic - sono apparsi squadra collaudata, capace di gestire il minutaggio e di opporsi all'aggressività di un'Italia work in progress, che comincia a compiere importanti passi di crescita nell'ambito di un progetto di ringiovanimento con il graduale insierimento degli azzurrini campioni del mondo juniores.
Battere il Montenegro è un successo importante, che dà fiducia ed entusiasmo. Riuscirci di quattro gol sarebbe stato come realizzare quel sogno avvicinato a inizio di secondo tempo, col 5-1 che ha riportato alla memoria imprese epiche. E' stato bello sperarci, ma era troppo. Almeno adesso.
IL TABELLINO
Italia-Montenegro 10-9
Italia: Tempesti, Coppoli, Nicholas Presciutti, Figlioli 1 (rig.), Giorgetti 4 (1 rig.), Andrea Fondelli 1, Giacoppo, Nora, Francesco Di Fulvio, Figari, Aicardi 3, Baraldi 1, Del Lungo. All. Campagna.
Montenegro: Lazovic, Drasko Brguljan 1, Paskovic 1, Petrovic, Darko Brguljan 2, Radovic 2, Mladan Janovic 1, Draskovic, Ivovic 1, Misic, Klikovac 1, Cuckovic, Scepanovic. All. Perovic.
Arbitri: Buch (Esp) e Naumov (Rus).
Delegato FINA: Lonzi (Ita).
Note: parziali 4-1, 1-2, 3-4, 2-2. Superiorità numeriche: Italia 4/8 + 2 rigori trasformati, Montenegro 6/10. Uscito per limite di falli Cuckovic (M) a 3'26 del quarto tempo. Scepanovic in porta per il Montenegro. Spettatori 1200 circa. In tribuna Valentino, Renzuto Iodice e Foglio.
IL COMMENTO DEL C.T. CAMPAGNA.
'Abbiamo disputato una partita quasi perfetta per circa due tempi, poi è uscita l'esperienza del Montenegro che ha anche sfruttato un nostro calo fisico. Abbiamo perso qualche pallone di troppo in attacco ed aperto controfughe che avremmo dovuto evitare. Nel finale avremmo potuto gestire meglio il possesso in attacco. Sono soddisfatto per il risultato e per la prestazione del gruppo, dai più esperti ai giovani che hanno avuto il merito di giocare i minuti a disposizione al massimo. Queste partite dimostrano che nessuna squadra è imbattibile, anche forte come il Montenegro; certo superarla di quattro gol, peraltro in questo momento della stagione, era impensabile, ma ci abbiamo provato'.
I PRECEDENTI A BARI
Italia-Montenegro è stato il terzo incontro valido per le qualificazioni della World League disputato a Bari negli ultimi quattro anni. In entrambi i precedenti la nazionale italiana è risultata sconfitta il 25 gennaio 2011 dalla Croazia 10-6 e il 27 marzo scorso dall'Ungheria 8-7.

Ai Campionati italiani Puglia in evidenza anche col bronzo femminile di Basile
Tra gli oltre 890 judoka provenienti da tutta Italia i portacolori della Puglia sono riusciti ad offrire una più che onorevole prova grazie soprattutto al Titolo Italiano conquistato negli 81 kg. da Francesco Blasi e all'ottimo terzo posto di Giuseppina Basile nei 40 kg.
Eccezionale la prestazione di Francesco: il giovane atleta della 'Judo Kyai Ostuni' allenato dal tecnico Francesco Bufano ha sbaragliato il campo dei concorrenti negli 81 kg. a suon di 'Ippon' prima di arrivare alla finale con il forte campano Cangiano, atleta presente allo Stage di 'Portogiardino' 2013.
Per il giovane ostunese (in foto sul gradino più alto del podio) Oro, Titolo italiano, Cintura Nera e convocazione nazionale per partecipare al Trofeo Internazionale di Zagabria.
Ovviamente felice il suo tecnico che, dopo le splendide vittorie e titoli conquistati in campo femminile, riesce a salire nuovamente sul gradino più alto del podio dopo qualche anno di digiuno nel settore maschile.
Ottimo il Bronzo della giovane Giuseppina Basile nei 40 kg.: un risultato che premia il lavoro dei tecnici della 'Judo Palagiano' Michele, Angelo e Giuseppe Pizzolla.
Anche per lei Cintura Nera e convocazione nazionale per partecipare al Trofeo Internazionale di Zagabria.
Da segnalare il quinto posto di Nunzio Sarlenga nei 55 kg.: l'atleta andriese (“New Dimension Andria” dei tecnici Angelo Ruscignoe Vincenzo Regano) dopo una gara completamente in salita e due incontri terminati al Golden Score si è fermato ai piedi del podio.

Ricerche-Intervento per iniziative comuni
Due protocolli d'intesa, a Lecce, all'insegna dello sport. Il primo è stato sottoscritto tra il CONI Regionale (Sede di Lecce) e il dipartimento di Storia, Società, Studi sull’uomo dell’Università del Salento, allo scopo di avviare iniziative comuni tese allo sviluppo dello sport e alla crescita sociale che esso determina. Iniziative che saranno intraprese tenendo sempre presenti la Carta Europea dello Sport e il rispetto delle regole di lealtà, correttezza ed etica sportiva.
Il CONI è l’Ente di riferimento dell’organizzazione sportiva, al quale è affidato anche il potenziamento dello sport e la promozione della pratica sportiva; è l’autorità che disciplina, regola e gestisce le attività sportive intese come elemento essenziale della formazione fisica e morale dell’individuo e come parte integrante dell’educazione e della cultura nazionale.
Il Dipartimento di Storia, Società, Studi sull’uomo dell’Università del Salento si avvale di un gruppo di ricerca in pedagogia della salute che svolge attività di approfondimento e sviluppo dell’antropologia pedagogica per comprendere quale ruolo può avere l’educazione nell’assunzione di stili di vita che salvaguardino la salute e il rapporto tra salute ed ambiente, individuando poi di conseguenza le linee da seguire per tutelare gli equilibri tra l’uomo e il contesto in cui vive.
Nell’ambito della convenzione tra due Enti che hanno - anche se in campi diversi – le stesse finalità sociali, al Dipartimento è affidata una “Ricerca-Intervento” sviluppata in vari step:
1. analisi dei bisogni di associazioni e società sportive, Federazioni, Enti e Discipline Associate operanti sul territorio;
2. avviamento di attività di formazione dei formatori e di servizi di formazione a distanza online,
3. organizzazione di campagne di sensibilizzazione su sport e benessere;
4. individuazione di risorse umane, tecniche e tecnologiche – secondo la propria competenza e disponibilità – per il raggiungimento degli obiettivi comuni;
5. co-progettazione di un Master e/o un corso di perfezionamento in pedagogia dell’allenamento.
Contestualmente a quello con il CONI, è stato firmato anche un altro Protocollo tra CONI, Dipartimento e CIP regionale (Comitato paralimpico – sede di Lecce). Questo perché il CIP, grazie al riconoscimento di Confederazione delle Federazioni e Discipline paralimpiche da parte dello Stato, alla stregua del CONI ha il compito di diffondere l’idea paralimpica e avviare allo sport le persone disabili. Il Cip disciplina, regola e gestisce le attività sportive per disabili secondo criteri volti ad assicurare il diritto di partecipazione all’attività sportiva in condizioni di uguaglianza e pari opportunità ed ha, tra le sue attività istituzionali, la promozione di attività di formazione didattica negli istituti scolastici. Era naturale dunque che il Dipartimento, concordando col CIP sulla possibilità di co-progettare interventi nei contesti scolastici per favorire la cultura dell’integrazione sportiva e superare le barriere culturali ancora vigenti nel rispetto dei Bisogni Speciali (che comprendono anche le categorie della disabilità, dei disturbi evolutivi e dello svantaggio socio-economico), allargasse il Protocollo anche a quest’Ente.
Obiettivo: avviare iniziative comuni tese allo sviluppo di una cultura che accolga il senso di bisogno speciale anche in ambito sportivo, tra le quali una “Ricerca-Intervento” sui temi dell’ergonomia cognitiva, sociale e fisica e campagne di sensibilizzazione su integrazione, sport e benessere.
Al termine della fase organizzativa e di analisi dei bisogni, partirà una seconda fase consistente nell’istituzione di un tavolo tecnico congiunto a cui affidare i dati raccolti per finalità che saranno definite successivamente. Le risorse finanziarie necessarie all’avviamento e allo svolgimento di quanto previsto dalla convenzione saranno individuate congiuntamente e di comune accordo tra Coni, Cip e Università.
I Protocolli sono stati sottoscritti dal delegato CONI Lecce Antonio Pascali, dal delegato CIP Lecce Antonio Vernole, e dal direttore del Dipartimento Vitantonio Gioia.